Grazie all’interazione laser-emoglobina il campo operatorio risulta privo di sanguinamento e raramente si impiega l’anestesia se non in casi particolari. La ferita non viene quasi mai suturata, riducendo così i tempi di guarigione e riducendo la formazione di cicatrici che spesso si verificano con gli interventi eseguiti a lama fredda. Inoltre non vi è compromissione nella lettura dell’esame istologico da parte dell’anatomo patologo.

Nella maggior parte dei casi non necessita di anestesia, in quanto il laser ha la caratteristica di poter variare i parametri di lavoro a seconda del grado di sensibilità del paziente. È quindi indicato per gli adulti ma anche ai bambini. Agisce eliminando il tessuto più ricco di acqua (cioè quello carioso), riducendo l’asportazione di tessuto sano. Il raggio laser decontamina, e desensibilizza la cavità creando un’ottima superficie di adesione per i materiali da ricostruzione.

Il trattamento sbiancante con la luce laser è innocuo, perché vengono utilizzati prodotti cromofori appropriati, che attraverso l’attivazione del laser, sono in grado di imprigionare nello spessore del materiale stesso da sbiancamento, l’energia laser, evitando il surriscaldamento del dente e ottenendo al tempo stesso ottimi risultati estetici con la rimozione dei pigmenti esogeni dello smalto.

Ci riferiamo a piccoli diastemi, alterazioni cromatiche (per esempio dovuti all’uso di sostanze pigmentanti) o morfologiche dei denti. Grandi miglioramenti estetici si possono ottenere mediante manufatti protesici chiamati “faccette”. Queste hanno una grande resistenza all’usura e al cambiamento di colore. Il colore del dente risulta essere simile a quello di un dente naturale e ciò si deve alla possibilità di stratificazione della ceramica e all’uso di nuovi materiali come i disilicati. Hanno una notevole forza di adesione e sono resistenti alle fratture come un dente naturale. Richiedono una preparazione minimale e di conseguenza si ottiene una maggior conservazione del tessuto dentale.